In estate, si sa, rinunciare al gelato è difficile. Secondo le credenze popolari, per chi ha problemi di colesterolo, i dolci sono, però, da bannare e, tra questi, anche il gelato. Ma è sempre vero?
Gelato e colesterolo: sì, ma con moderazione
Come per tutte le usanze popolari, non sempre contengono verità: il caso del gelato non fa eccezione. Non si tratta di una questione di alimento, ma piuttosto di quantità (dunque, quanto se ne mangia) e, ancora più importante, di frequenza (quante volte si mangia). Insomma, il gelato, come tutti gli alimenti carichi di ingredienti raffinati e zuccheri, va assunto con moderazione: l’indicazione, tuttavia, è valida per il colesterolo, come per una sana alimentazione in generale. Per chi ha il colesterolo particolarmente alto, l’indicazione diventa, in qualche modo, più tassativa: è possibile, cioè, concedersi questo peccato di gola, ma non più di due volte a settimana.
In teoria, sono nemici
Il gelato contiene ingredienti come latte, uova e panna, particolarmente ricchi di grassi saturi che, se consumati in eccesso, aumentano i livelli di colesterolo cattivo (LDL). Come tutti i dolci ricchi di zuccheri, inoltre, il gelato assicura un grosso apporto di calorie che si traduce nel rischio di un aumento di peso, controindicato per chi soffre di questo disturbo.
Gelato e colesterolo: quello artigianale fa meno male
Ogni regola ha le sue eccezioni. Nel caso del gelato, alcuni accorgimenti possono renderlo più amico del colesterolo.
Rispetto a quello industriale, così, il gelato artigianale è meno nocivo, in caso di ipercolesterolemia, perché, almeno in teoria, preparato con ingredienti di alta qualità e privo del tutto di coloranti e conservanti, dunque di additivi chimici: latte in polvere, oli vegetali e altri grassi idrogenati aumentano il colesterolo cattivo e abbassano quello buono, fattori che predispongono allo sviluppo di malattie cardiovascolari.
Se si sceglie un gelato industriale, inoltre, è bene leggere attentamente le etichette. Il peso del gelato confezionato, infatti, varia da 70 a 100 grammi. Scegliendone uno confezionato, sappiamo quanto ne mangiamo e quali valori nutrizionali contiene. Quando, al contrario, si consuma un alimento artigianale, soprattutto se lo si serve su un piatto grande, si rischia di superare di gran lunga i 120 grammi (che corrispondono a circa due palline di gelato): vuol dire che si rischia di ingerire una quantità eccessiva di grassi e colesterolo.
Gelato e colesterolo: quali gusti preferire?
La domanda ha questa risposta è unica: fruit is the queen (la frutta è regina). Nocciola, crema, cioccolato e caffè, ovvero i gelati a base di creme, infatti, hanno un contenuto decisamente più alto di lipidi (nocivi per il colesterolo). I sorbetti sembrerebbero più salutari dei gelati: tuttavia, se non contengono grassi o colesterolo, sono ricchi di zuccheri semplici, che aumentano la glicemia e che, se assunti in eccesso, favoriscono la produzione di grasso da parte del fegato.
Insomma, qualunque sia il gusto che si sceglie, è fondamentale non consumarlo frequentemente e in grandi quantità.
Gelato e colesterolo: il momento migliore
Oltre al quanto consumarne, nel caso di ipercolesterolemia, il dilemma riguarda quando consumarlo, ovvero, in quale momento. A fine pasto, per esempio, aggiunge un inutile e dannoso carico di calorie. Dunque, meglio usarlo come sostituto del pranzo? Non proprio: pranzare col gelato è un lusso che, in caso di colesterolo alto, ci si può concedere solo occasionalmente. Anche perché il gelato non è un alimento completo ed è fortemente sbilanciato in lipidi e zuccheri, a scapito delle fibre, che sono totalmente assenti.
Lo spuntino è perfetto
La parola d’ordine è: equilibrio. Per chi soffre di colesterolo, il momento ideale per farsi tentare da 2 palline di gelato è lo spuntino, a condizione che la quantità di lipidi e carboidrati del gelato non si sommi a quella degli altri pasti: quindi, spuntino a base di gelato sì, sacrificando, però, i peccati di gola a pranzo e cena e preferendo proteine e fibre.
In alternativa, l’attività fisica è un rimedio efficace: una lunga passeggiata a passo veloce servirà a smaltire la sbornia di zuccheri e calorie.