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In cosa consistono le guaine termorestringenti

Posted on Dicembre 17, 2024 by Franca Biassonni

Le guaine sono un elemento essenziale per quasi tutti i comparti industriali, in quanto parte importante di tutte le apparecchiature e gli impianti.
In questo articolo approfondiremo in particolare il discorso delle guaine termorestringenti, utili in diversi settori poiché capaci di modificare la propria forma in base alle esigenze.
Scegliere la guaina giusta è molto importante, quindi scopri quali modelli e tipologie esistono visitando il sito www.guainemicoplast.com.

In cosa consistono le guaine termoplastiche

Se ti dedichi alla realizzazione di impianti elettrici o a un fai da te semi professionale in questo ambito, nella tua cassetta degli attrezzi essenziali non può certamente mancare una guaina termoplastica.
Si tratta di un rivestimento in gomma retraibile, che aderisce a ogni genere di filo, tubo o superficie che compone un impianto, in modo da avvolgerlo totalmente ed evitare dispersioni di energia, cali di tensione o pericolosi cortocircuiti che possono mettere in pericolo coloro che si trovano in prossimità.

La caratteristica primaria delle guaine termorestringenti è quindi proprio la capacità di adattarsi al materiale che devono proteggere, fungendo da rivestimento e durando a lungo nel tempo, proprio per l’alta sopportazione degli sbalzi termici che sono in grado di offrire.
Le guaine termoplastiche sono solitamente realizzate in poliolefina irradiata, il materiale più comune per il trattamento di impianti elettrici tradizionali.

Se invece la guaina vieni impiegata per l’isolamento di apparecchi industriali che operano ad altissime o bassissime temperature, si tende a utilizzare materiali più resistenti, come Kynar e Teflon.
Uscita dalla produzione, la guaina è espansa, così che possa adattarsi a tubi e fili di varia grandezza, con la possibilità di restringersi all’occorrenza.

Come si usano le guaine termorestringenti?

La tipologia più comune di guaina termorestringente è quella a freddo, che esce dalla fabbrica dotata di un nucleo, che le conferisce la forma espansa.
Al momento di adattarsi a un cavo o un tubo, il nucleo viene rimosso e la guaina aderisce perfettamente, come a formare una seconda pelle protettiva.
In questo caso non c’è bisogno di utilizzare alcuna fonte di calore, come invece serve fare con le guaine a caldo.

Queste non hanno alcun nucleo iniziale, ma semplicemente necessitano di alte temperature per attaccarsi sul materiale sottostante, avvolgendolo completamente.
Le guaine a freddo sono maggiormente usate in ambito domestico e nel fai da te, mentre quelle a caldo trovano maggiore applicazione in ambito industriale o professionale, per il trattamento di apparecchi sofisticati.

Quali sono i principali tipi di guaine termorestringenti?

Le guaine termorestringenti in polietilene sono ecologiche e vengono usate per la protezione dell’impianto elettrico.
Si tratta di un materiale economico ma resistente, ideale per cavi e cablaggi, che non necessita di altissime temperature per aderire ma allo stesso tempo sopporta gli sbalzi termici.
Lo spessore varia da 0.5 a 0.20 millimetri in base al tipo di impiago, con la possibilità di personalizzare la guaina con colori specifici per distinguere i diversi fili e agevolare ogni tipo di lavoro sull’impianto.

La poliolefina è invece più adatta per la protezione degli impianti idraulici, spesso trattati con sostanze corrosive e più aggressive.
Parliamo di un materiale che sopporta meglio dell’altro le sostanze acide, i liquidi, i raggi ultravioletti e gli sbalzi termici, assicurando una notevole protezione nel tempo.
Le guaine in Kynar, poi, sono usate in ambito industriale quando le temperature sono eccessive sopra e sotto lo zero.

Il materiale resiste in un range di – 55 gradi – +175 gradi, senza rovinarsi, deteriorarsi o staccarsi dalla superficie da proteggere.
Anche questo materiale è capace di resistere agli agenti chimici più aggressivi, come accade per il teflon, uno dei migliori per quanto concerne la sopportazione delle altissime temperature, fino a 220 gradi.

Tra gli altri materiali utilizzati abbiamo il silicone, perfetto per i lavori più semplici in ambito domestico, il telate, estremamente flessibile e in grado di adattarsi a impianti dalla forma più strana e curva, e il Viton, che può venire a contatto anche con carburanti e materiali incandescenti senza perdere la propria aderenza.

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