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Le tre leghe per nichelatura chimica: differenze e vantaggi

Posted on Marzo 19, 2013Maggio 23, 2019 by Franca Biassonni

La nichelatura chimica dei metalli è ormai una procedura standard in moltissime industrie che si trovino a dover incrementare e migliorare le caratteristiche meccaniche o chimiche dei pezzi metallici con cui lavorano. Attualmente, in campo industriale si usano primariamente quattro differenti tipi di bagno chimico, distinti dall’elemento posto in lega con il nichel utilizzato per la copertura; questi sono scelti fra Fosforo, Boro, e Teflon e Silicio. Vediamo quali differenze esistono nei risultati finali.

Il sistema con lega Nichel-Fosforo è quello, al momento, di maggiore diffusione; e questo è dovuto al fatto che, dei quattro che presentiamo, è senza dubbio il più versatile. La diversa percentuale di fosforo presente nel bagno di immersione regola infatti l’esatto risultato della procedura.

A bassi livelli di fosforo, infatti, avremo una lega molto dura, ma vulnerabile alla corrosione; di contro, al crescere del fosforo presente, ci troveremo con una lega la cui resistenza alla corrosione, specialmente da acidi, sarà superlativa, e inoltre vedremo abbattersi rapidamente il livello di magnetismo dell’oggetto.

Le leghe Nichel-Boro, d’altro canto, vengono utilizzate quando occorre operare in ambiti dove la temperatura è molto alta. Esse presentano infatti un punto di fusione elevatissimo.

Per quanto riguarda la durezza, è molto elevata, comparabile con quella delle nichelature a basso livello di fosforo, quindi la resistenza all’usura è significativa; non è invece di livello avanzato quella alla corrosione.

L’utilizzo del Carburo di Silicio permettere ottenere una superficie di durezza straordinaria, risolvendo in maniera quasi definitiva tutti i problemi di usura da strisciamento a contatto, questo particolare tipo di processo è detto Nichel Silicio.

Per finire, merita considerazione anche l’impiego di leghe nichel-teflon.

Sebbene infatti queste non presentino performance eccezionali né sotto il profilo della durezza o resistenza, né sotto quello dell’impervietà alla corrosione, hanno però una straordinaria caratteristica nel loro bassissimo livello di attrito, che rende possibile un contatto fra le parti quasi privo di frizione.

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